2004 - I nove secoli di Musica sacra del Coro Andolla |
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Scritto da Administrator
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luned́ 16 giugno 2008 |
non è stato facile per noi semplici amatori scrivere di questo disco, gli esperti lasciano giudizi tecnici e paragoni. Per noi è anzitutto un lavoro superlativo, omogeneo senza essere monotono, capace di restituire il senso di un percorso musicale che come dal sottotitolo, copre nove secoli di musica sacra legati dall’atmosfera profonda ed essenziale. Di quest’essenzialità si fanno carico anche i musicisti convocati per l’occasione (Roberto Olzer all’organo e Gianni Arfacchia alle percussioni) i cui strumenti tessono un velato fondo alle potenti armonie vocali del coro, senza però sovrapporsi. L’apertura è affidata ad un classico Kyrie, breve, (come la maggior parte dei diciannove brani), immediato; pone l’ascoltatore nella necessaria dimensione di contemplazione, dentro la quale starà a suo agio per l’ora abbondante di musica a seguire. Successivamente, due brani in volgare offrono momenti di sofferta espressività… Dopo alcune tracce che, ci fanno attraversare cinque secoli di musica (lungo i quali incontriamo un “Sanctus” di Schubert e la splendida “Tibiè Pajom” di Bortniansky) troviamo “Quatre petites prieres de Saint Francois d’Assise” quattro lievi quadri che ci introducono all’età contemporanea, la cui chiusura è affidata al “De Profundis” di Arvo Part, forse il più bel brano del disco. Sono quasi settanta minuti di “ cultura musicale” nei quali il Coro ed il suo Maestro fanno rivivere momenti magici e riscoprire l’originaria purezza di un linguaggio universale. (Danila Tassinari) |
Ultimo aggiornamento ( luned́ 16 giugno 2008 )
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